Un consigliere comunale di San Giuliano Milanese vuole picconare Giuliano Pisapia e il suo sindaco: che aspetta il prefetto di Milano a revocarne l’elezione per indegnità?
Corrado Biondino, che è anche coordinatore locale del PDL, delira. Lo si censuri senza esitazioni ulteriori
A dimostrazione che la politica italiana è paragonabile a un circo impazzito, dove ognuno fa quel che vuole senza cliccare il tasto della “modalità raziocinio”, dove non si risponde neanche alla buona creanza; dove il la “visibilite” (ossia la bramosia di andare sui giornali)sta assumendo i toni di una epidemia democratica; è arrivata ieri la notizia di un consigliere comunale di San Giuliano Milanese, Corrado Biondino (nella foto in alto), protagonista di una cialtronata (non crediamo ci siano altri aggettivi adatti, quanto meno non scendendo a livello di turpiloquio). Perché non darne subito rilievo? Per non dargli quella pubblicità che, con tutta probabilità, cercava.
I FATTI – Durante la seduta del Consiglio Comunale di Milano dedicata all’aggressione nel quartiere Niguarda, a seguito della quale Mada Kobobo ha assassinato tre cittadini inermi a colpi di piccone, il capogruppo del PD, Lamberto Bertolè, ha denunciato l’iniziativa di Corrado Biondino, che è anche uno dei due coordinatori del PDL a San Giuliano Milanese, oltre a essere consigliere comunale della cittadina lombarda.
Biondino ha montato le foto di Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, e di Alessandro Lorenzano (PD), sindaco di San Giuliano, poi ha commentato il fotomontaggio (nell’immagine a sinistra) con un pensiero poetico: «Non ti verrebbe voglia di prenderli a picconate?». Il Corriere della Sera ha definito l’atto una «iniziativa choc», ma forse il termine più adatto è “iniziativa idiota”.
LA DIFESA – Biondino ha cercato di difendersi, di fronte all’alluvione di critiche piovutegli addosso, dando piuttosto dimostrazione del miglior equilibrismo politico, degno della migliore tradizione circense. “Il termine “picconate” – ha sostenuto questo libero docente di storia delle istituzioni politiche – in politica viene da lontano, quando il picconatore Cossiga era Presidente della Repubblica e i giornali di sinistra lo avevano battezzato “picconatore”». Roba da chiedere a Romano Prodi di organizzare una seduta spiritica per evocare Cossiga, se non temessimo che il Gattosardo verrebbe a terrorizzarci tutti per almeno tre mesi, per avere disturbato le sue lunghe discussioni con San Tommaso Moro.
Le reazioni interne al Pdl sono state pronte, ma non adeguate. Il capogruppo del Pdl a Palazzo Marino, Alan Rizzi, e il vice, Matteo Forte, hanno chiesto a Biondino di eliminare dalla sua pagina Facebook il fotomontaggio contro il sindaco e rivolgere allo stesso Pisapia scuse formali. Una mossa obbligata, anche se ci risulta spontanea, eppure insufficiente. Il PDL dovrebbe sollevare Biondino dall’incarico di coordinatore locale del partito, per fugare ogni dubbio di tolleranza verso i violenti, seppure solo a mezzo Photoshop.
In questo periodo di gravi tensioni sociali e politiche, mettere nero-su-bianco che il rispetto delle regole democratiche passa anche per un linguaggio verbale e non verbale adeguato, responsabile e civile. Chi va fuori dalle regole di civile convivenza politica, per affermare le proprie tesi, deve essere cassato senza esitazione.
Ne consegue che il prefetto di Milano, Camillo Andreana, dovrebbe valutare la situazione e sanzionare il comportamento di Corrado Biondino, perfino con la revoca del mandato elettorale. Non si può stare in un civico consesso senza possedere i requisiti minimi di civiltà tout court, prima che di civiltà politica. Non possiamo chiedere agli altri il rispetto delle regole che noi stessi violiamo per primi. Vale per tutti.
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