GP degli Stati Uniti come un festival canoro: tra dismessi e dimessi. Chi steccherà?
Qualifiche alle 19 (in Italia), ma le prove del venerdì sono state sotto tono per i big, con in sottofondo le lagne dei piloti giovani “dismessi”. Ci sarà una rivolta in pista, qualche stecca o tutto proseguirà in tono dimesso?
Il festival della F1 ad Austin, Texas, per il Gran Premio degli Stati Uniti ha avuto inizio ieri e i motori delle monoposto si sono già schiariti la voce durante la sessione di prove libere. Dalla virtuale griglia sono stati dimessi tutti i big in salute (anche Fernando Alonso, con la benedizione della FIA) tanto che perfino l’elicottero medico si è rifiutato di funzionare. Tutti tranne Kimi Räikkönen, da ieri in convalescenza per i postumi dell’operazione alla schiena, subita a Strasburgo (erroenamente indicato prima come Strasburgo, per un errore della redazione, ndr): un intervento anticipato che alcune indiscrezioni vorrebbero commissionato dalla Ferrari, che poi avrebbe intercettato Hülkenberg, convincendolo a negarsi alla Lotus…forse per un futuro in Red?
Vero è che i veterani delle monoposto si stanno già scaldando le ugole: Felipe Massa ancora nella sua tutina rossa (unica rimasta dal cambio di stagione alla Williams) ha annunciato il titolo della sua canzone: “Non so”. Alla richiesta dell’inviato di Sky Sport di fornire una spiegazione sul tracollo della perfomance della Ferrari dal primo al secondo turno di libere, la sua sonata è stata un susseguirsi di “mah”, “boh”, con stornello: «Abbiamo una macchina molto diversa dalle altre gare». Una conferma indiretta che le prime due libere sono state utilizzate dalla Ferrari per svolgere test meccanici e aerodinamici sulle monoposto in prospettiva 2014: come i deviatori di flusso a ponte, davanti alle fiancate della F138, provate a turno dai due piloti di Maranello.
Un altro big, Lewis Hamilton, scomparso dai radar forse perché non c’era nessuno che potesse dar da mangiare a Roscoe, il suo cane, ad Abu Dhabi: si è scoperto che avesse il telaio spaccato in Medio Oriente, come si fa? In Texas è tornato con un remake di Michael Jackson, il cui ritratto è stato aerografato per l’occasione sul suo casco. Canterà “Thriller” per ricordare a Vettel di aver vinto la scorsa edizione e agli altri di essere ancora in lizza per il podio iridato piloti e la sua bella – la Mercedes – per il secondo gradino di quello costruttori.
Afono Roman Grosjean, dopo la brillante esibizione di Heikki Kovalainen, 32 primavere sull’ugola, ingaggiato per l’occasione dalla Lotus onde cantare nelle ultime due tappe del Tour 2013. Il debutto del finlandese battezzato da aspre polemiche preventive: dalla mancata sostituzione di Kimi Räikkönen con il terzo pilota ufficiale della Lotus, Davide Valsecchi, ritenuta logica dai più; all’ormai annosa questione se i fenomeni di turno siano tali grazie ai mezzi o al proprio talento.
In questo GP degli Stati Uniti non poteva mancare un gruppo melodico. Ribattezzato il “Trio senza monoposto” – una versione moderna e aggiornata dei Cugini di Campagna – con una buona dotazione: di budget. Il portafoglio rende possibile per l’occasione l’intonazione di un classico della musica melodica, con Pastor Maldonado, Sergio Perez e Davide Valsecchi cantare a squarciagola “Non son degno di te”…
Tuttavia c’è un rischio: se su un motore di ricerca si digita “Valsecchi”, il risultato potrebbe portare su “complementi di arredo”. Come smentire questo risultato? Ben sei candidati alla sostituzione di Kimi Räikkönen, prima che si potesse leggere il nome del comasco: la Lotus ci ha provato anche con Michael Schumacher, Nico Hülkenberg, Heikki Kovalainen, Pastor Maldonado, Ruben Barrichello, Kamui Kobayashi. Tutti tranne il terzo pilota ufficiale, tutti tranne Valsecchi, contro ogni ottimistico pronostico (si ricordi la presenza di Valsecchi ai young driver test di Silverstone lo scorso luglio, con ottimi risultati) e contro ogni precedente (D’Ambrosio, test driver, aveva sostituito a Monza 2012 lo squalificato Romain Grosjean). “Tragedia” e “Duro colpo” per la sua carriera: questo il ritornello che canticchia anche su Sky, con tono controllato ma da cui traspare la rabbia di chi, campione di GP2, è stato surclassato da un semplice pilota.
L’ex giovine Heikki Kovalainen ha però dimostrato di essere un ottimo test driver e pilota di occasione. Lui sta alla Caterham come Massa è stato alla Ferrari: fedele, continuo, sempre pronto e professionale. Non ha mai mollato il Circus e ha perseverato anche a riflettori spenti. La scelta della Lotus su un uomo di esperienza si sta rivelando vincente ed efficiente. L’obiettivo della Lotus è incassare il premio assegnato ai primi tre team del Mondiale Costruttori: chiunque, in questa prospettiva, non avrebbe rischiato dando l’opportunità a un pilota pagante che ha girato sulla monoposto solo 2 volte durante tutto il campionato. Anche se bravo come il nostro Valsecchi.
Il secondo cantante del trio è Pasto Maldonado: voce calda, anzi rovente… dalla rabbia. Fuori a sorpresa dalla Williams, si attende l’uscita del suo prossimo CD con marchio della nota editrice musicale PDVSA (la compagnia petrolifera venezuelana che fa cantare anche i muti): ma ancora non si sa in quale team…pardon gruppo musicale… La Sauber potrebbe essere interessata (sempre che paghi le bollette: il giornale finanziario svizzero Handelszeitung riporta che il Cantone di Zurigo avrebbe richiesto 44.000 euro alla scuderia per il mancato pagamento di bollette elettriche). Maldonado ha fatto visita a Hinwil con il suo manager Tods Jr. per provare l’amplificazione: un-due-tre-prova! Rimane però in gioco anche la Force India, anche se il proprietario – Vijay Mallya non ha mai amato i piloti paganti.
Al canto lamentoso si unisce infine la voce di Sergio Perez: ammutolito dalla McLaren. La band di Woking ha consegnato il volante al neo campione della World Series by Renault 3.5, Kevin Magnussen. Non ha pagato il canto aggressivo (guida) di Perez, né la sua indole da kamikaze con la sua manovra preferita: chiudere le traiettorie in sorpasso nelle chicane, costringendo l’avversario di turno a scegliere: frenata, scontrarsi o andare fuori pista. In fondo per il messicano il Tour 2013 si è chiuso bene, con il suo 12esimo posto in Classifica Piloti sano e salvo: nessuno ha colto l’invito di Räikkönen alla fine del GP di Monaco, con il suo: «Forse qualcuno dovrebbe dargli un cazzotto in faccia». Poca cosa il “Pirla” rimediato da Nico Rosberg al Gran Premio del Giappone, una carezza…
Checo Perez si dice certo di trovare un posto in F1 nel 2014, ma forse sarà più probabile l’ingaggio dalla Lego per la nuova linea Tecnical F1: come riduce a pezzettini la monoposto nessuno mai come lui…
Certo alla McLaren la decisione di giubilare Perez è stata presa con estrema tranquillità, leggera euforia e una visione ottimistica del futuro, visto che ancora il team di Woking lotta contro la Force India per il quinto posto in classifica. Un licenziamento da effetto placebo: sarà per questo che sventola una bandiera messicana, con tanto di foglia di Marjuana, sul negozio ufficiale della McLaren ad Austin? Il consolato del Messico ha formalmente protestato, secondo quanto riportato da El Universal.
Dovremo aspettare le 19 per le qualifiche e iniziare a sentire da lontano “Il cantico dei dismessi”. Eh sì, perché in griglia ci sono tutti: dal solito spietato Sebastiano IV (pronto a mettere a segno il record di 8 pole successive), il silenzioso Mark Webber, il pensoso Fernando, il traslocante Massa, l’ottimista e neo-mistico Hamilton, i piloti dismessi e i piloti iena a caccia di conferme per il 2014: Kovalainen, Gutierrez, Hülkenberg… tutti però con aria dimessa. Una gara canora sotto tono, fra aspettative e certezze, ma senza brio. Noi tutti qui ad aspettare le stecche.
Ultimo aggiornamento 18 Novembre, ore 15.15 | © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’analisi Pirelli del circuito di Austin a cura di Mario Isola