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Nave australiana capta segnali compatibili con scatola nera del Boeing 777 Malaysia Airlines scomparso nell’Oceano Indiano

Il coordinatore delle ricerche per il volo MH370, scomparso l’otto marzo, ha riferito che il primo segnale è stato captato per cinque minuti e 32 secondi e il secondo per sette minuti

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Sydney – Una nave australiana, la Ocean Shield, è riuscita a captare per due volte segnali compatibili con la scatola nera di un aereo. Angus Houston, coordinatore delle ricerche per il volo scomparso della Malaysian airlines, ha riferito che il primo segnale è stato captato per cinque minuti e 32 secondi e il secondo per sette minuti. I “ping” arrivavano a un secondo di intervallo, come avviene per le scatole nere.

La nuova intercettazione di possibili segnali provenienti da scatole nere, dopo quelle dei gironi scorsi, mantiene viva la speranza di riuscire a trovare i resti del volo MH370, scomparso in volo l’otto marzo con 239 persone a bordo. “Credo che stiamo cercando nell’area giusta”, ha detto Houston, sottolineando che in base alle analisi si tratta di segnali provenienti da un meccanismo fabbricato da mano umana. Al momento, ha aggiunto, è però ancora troppo presto per calare in mare il drone subacqueo a bordo della Ocean Shield. Prima di farlo bisogna infatti restringere ulteriormente l’area di ricerca.

Ben 15 aerei e 14 navi di diversi Paesi partecipano alle operazioni di ricerca dei resti del volo MH370 in un’area dell’oceano Indiano 2.250 chilometri a largo di Perth. Finora, come ha confermato oggi Houston, nessuno dei relitti galleggianti avvistati apparteneva all’aereo. E più passano i giorni, più si avvicina il momento in cui si esauriranno le pile dei segnalatori delle scatole nere.

(Credit: Adnkronos/Dpa)