EsteriIn Primo Piano

L’Egitto attacca la Turchia: “favorisce Hamas che ci destabilizza”. Erdogan risponde: “governo illegittimo, al-Sisi despota”

L’agenzia di Stato egiziana MENA ha rilanciato le parole di Sameh Shukri verso il gruppo islamista Hamas e la Turchia, il cui governo è accusato – non senza qualche fondamento – di appoggiare l’ala gazawa dei Fratelli Musulmani egiziani. Erdogan, in corsa per le presidenziali del prossimo mese, ha risposto definendo “illegittimo” il governo del presidente Abdel Fattah al-Sisi perché frutto di un golpe. Israele attacca Gaza e non vuole la pace: alleanza di crociati. Il Dipartimento di Stato: “dichiarazioni offensive e sbagliate“. Angela Merkel: “Israele ha diritto all’autodifesa”

Sameh Shukri, ministro degli Esteri egiziano. Il Cairo è in questi giorni il crocevia dei tentativi di interrompere lo scontro tra Hamas e Israele
Sameh Shukri, ministro degli Esteri egiziano. Il Cairo è in questi giorni il crocevia dei tentativi di interrompere lo scontro tra Hamas e Israele

Hanno avuto vasta eco nel mondo arabo, ma non in Italia, le accuse lanciate con precisione millimetrica dal ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shukri, all’indirizzo della Turchia e di Hamas, colpevoli di aver cospirato per far fallire il tentativo egiziano di un “cessate il fuoco” prolungato tra Israele e Hamas, dopo quello lanciato dall’ONU per giovedì, rispettato da Tel Aviv dalle 10 alle 15 locali (dalle 9 alle 14 in Italia), ma non dagli islamisti di Gaza, che hanno continuato nei tentativi di infiltrazione nel territorio dello Stato ebraico e nel lancio di missili.

Shukri, che giovedì scorso ha incontrato il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmoud Abbas, sta conducendo una politica mirata a disarticolare la forza di Hamas, che è l’ala gazawa dei Fratelli Musulmani, organizzazione terrorista duramente colpita dal governo del presidente al-Sisi e dall’iniziativa delle Forze Armate egiziane, fin dallo scorso anno, di muoversi contro la Fratellanza Musulmana al governo del Paese, ma accusa dalla stragrande maggioranza dei cittadini egiziani di condurre una politica settaria, di fomentare i dissidi e le violenze contro le minoranze religiose e culturali, di aver ridotto il Paese in condizioni miserevoli anche dal punto di vista economico.

L’intento di Shukri con Abbas, nei colloqui di giovedì, era quello di prolungare il “cessate il fuoco” oltre le ore 15 per alcuni giorni, con il fine di alleggerire la pressione sulla popolazione civile di Gaza – duramente colpita dagli attacchi israeliani per l’irresponsabile condotta di Hamas, che ha invitato e continua a invitare i civili  a non lasciare le abitazioni, trasformate illegalmente in obiettivi militari legittimi con il deposito di armi, esplosivi e missili. Una condotta che gli egiziani hanno già sperimentato negli anni dell’arrivo al potere della Fratellanza Musulmana (al-Iḫwān al-Muslimūn) e che potrebbe essere utilizzata per poter sfruttare le vittime civili – donne e bambini compresi – nella propaganda anti-ebraica.

Il primo ministro Recep Tayyp Erdogan, in corsa per le presidenziali del prossimo mese, sta radicalizzando la posizione politica del suo partito, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (in turco Adalet ve Kalkınma Partisi)
Il primo ministro Recep Tayyp Erdogan, in corsa per le presidenziali del prossimo mese, sta radicalizzando la posizione politica del suo partito, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (in turco Adalet ve Kalkınma Partisi)

“Se Hamas avesse accettato l’iniziativa egiziana”, ha detto il ministro degli Esteri Shukri, dando per implicito che il piano avesse già ricevuto il placet del governo Netanyahu, “almeno 40 persone sarebbero state salvate”, secondo quanto divulgato dall’agenzia MENA, citata da al-Arabiya.

Alle parole di Sameh Shukri ha risposto venerdì 18 luglio, il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, che a propria volta ha criticato l’Egitto e il presidente Abdel Fattah al-Sisi, definendolo un despota per la posizione assunta dall’Egitto sull’iniziativa israeliana nei confronti di Hamas sulla Striscia di Gaza, come ha confermato Egypt Independent nell’edizione in inglese.

Erdogan è andato pure oltre, accusando il “regime egiziano” di essere “illegittimo” e affermando che “Israele minaccia la pace nel mondo e nel Medio Oriente”. Una mossa islamista del primo ministro turco, in linea con la deriva impressa al suo governo negli ultimi due anni, nel tentativo di recuperare consenso negli strati più retrivi della società turca, soprattutto nelle zone rurali non densamente urbanizzate in cui alberga nel profondo una cultura di tipo ottomano.

Il primo ministro turco ha anche accusato l’Egitto di voler escludere Hamas  da un accordo di pace a Gaza, mentre è vero tutto il contrario: l’Egitto spinge per una pace vera, il cui presupposto è però il disarmo di Hamas e del Jihad Islamico e la riconsegna del controllo della Striscia all’Anp.

Erdogan ha parlato anche di “nuova alleanza dei crociati“, durante un comizio politico a Bursa in previsione delle elezioni presidenziali del prossimo mese, in cui il primo ministro turco è candidato. “Che tipo di diritto di difendersi è che nessuno di loro (gli israeliani, ndr) è stato ucciso. I palestinesi – ha aggiunto – sono gli unici che vengono uccisi”. “Loro – ha aggiunto riferendosi agli israeliani – non sono né sinceri né onesti. Siamo di fronte ad una nuova alleanza di crociati“.

Parlando dopo la preghiera del venerdì a Istanbul Erdogan aveva anche detto che “Israele ha terrorizzato Gaza e sta realizzando un genocidio”. “Non vuole un governo nazionale consensuale tra Fatah e Hamas e non vuole vedere una Palestina unita”, ha aggiunto il primo ministro turco, secondo quanto riportato dall’agenzia turca Anadolu.

Parole gravissime, cui qualcuno in Europa avrebbe dovuto risponderle quanto meno per segnalarne l’infondatezza. Il primo ministro turco, accentuando in chiave islamista il proprio eloquio, ha attaccato anche i governi occidentali per la loro mancanza di critica della violenza israeliana. In tono minaccioso ha detto: credo che domani questo approccio soffocherà voi“.

Alle parole del primo ministro turco ha replicato però il Dipartimento di Stato, con una dichiarazione della portavoce Jan Psaki.  “Certamente crediamo che le sue dichiarazioni siano offensive e sbagliate“, ha detto la portavoce di John Kerry ai giornalisti. “Naturalmente, questo tipo di retorica provocatoria è inutile e distrae dagli sforzi urgenti per giungere a un cessate il fuoco“, ha precisato Psaki.

Sull’azione israeliana a Gaza è intervenuta anche la cancelliera tedesca Angela Merkel, nel corso della tradizionale conferenza stampa prima della pausa estiva (ammesso che i fatti internazionali consentano una vera pausa di ferie). “Israele ha diritto all’autodifesa”, ha detto la cancelliera mostrando di comprendere le ragioni di Israele e sottolineando però che tale difesa “va condotta, naturalmente, in maniera adeguata”.

Merkel si è però mostrata preoccupata per la nuova capacità dimostrata da Hamas, ma ha formulato l’auspicio che possa avere successo la proposta egiziana (criticata da Erdogan) per una tregua prolungata, aggiungendo che “serve una soluzione politica ad ampio raggio”. “Il governo tedesco – ha aggiunto – rimane convinto che serva una soluzione con due Stati”. Ma evidentemente questa dichiarazione non tiene in considerazione i fini di Hamas, che non contemplano l’esistenza di uno Stato laico palestinese, ma di un unico Stato Islamico in tutta la regione.

Sul “cessate il fuoco” si concentrano anche Francia e Italia, i cui ministri degli Esteri – Laurent Fabius e Federica Mogherini – si sono incontrati ieri al Cairo, che è il centro di tutte le iniziative serie per una sospensione dei combattimenti tra Israele e Hamas. Ma solo gli egiziani mantengono la lucidità necessaria a capire che il problema non si risolverà mai se non si raggiungerà al disarmo di Hamas e del Jihad Islamico. Con le buone o con le meno buone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 pensieri riguardo “L’Egitto attacca la Turchia: “favorisce Hamas che ci destabilizza”. Erdogan risponde: “governo illegittimo, al-Sisi despota”

  • Erdogan non è quello che “si è messo da parte” un po’ di soldi, oro ed altri beni prezioni, mentre nelle piazze mandava l’esercito a reprimere le manifestazioni popolari? Lui è il classico otto-mano (zero-testa)che fa ogni nefandezza, ma se gli altri muovono una pagliuzza allora sono dei criminali e nazisti; a Erdogan dovrebbero fare quello che i turchi fecero agli armeni, ovvero impalati vivi. E se questo otto-mano mao-mettano non la smette di rompere le scatole, ci sarà qualcuno che a lui non romperà solo le scatole. La Turchia islamica deve starse fuori dall’Europa e da ogni contesto civile. Perchè non ospita lui quelli di Hamas, li mette nelle sue ville e siamo tutti a posto.

I commenti sono chiusi.