Volontarie rapite in Siria. Fonti opposizione in esilio: “contatti con chi le accompagnava”
Le due ragazze sarebbero rimaste più giorni in un villaggio di una zona di mezzo, in cui una presenza straniera non passa inosservata. Forse tradite da una certa sottovalutazione dei rischi
Roma – Secondo fonti dell’opposizione siriana all’estero, contattate dall’agenzia AGI, ci sarebbe già stati i primi contatti con chi accompagnava le due giovani cooperanti italiane, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, dalla loro scomparsa in Siria.
“Ci sono già stati contatti, ma non si ha ancora alcuna idea di chi le abbia rapite“, ha dichiarato il contatto, precisando che “c’è da augurarsi che si tratti di criminali comuni, perché, altrimenti, c’è il rischio che vengano ‘passate di mano’ e trasferite a chi sarà in grado di gestirle in modo più proficuo“.
Le due ragazze sarebbero state rapite qualche giorno fa in un piccolo villaggio, “una zona molto pericolosa”, alle porte di Aleppo. “Un piccolo paese, in cui le ragazze si sono fermate per diversi giorni. E questo – ha precisato la fonte dell’Agi – è stato un errore imperdonabile“. “Una zona – prosegue la fonte – dove, per quanto puoi cercare di camuffarti, è assolutamente impossibile viaggiare in sicurezza“.
Molto impegnate nell’accoglienza dei profughi siriani che transitavano per la stazione centrale di Milano, le due ragazze avevano fatto un viaggio nella primavera scorsa a Idlib. “Ma la zona da cui sono scomparse è molto più pericolosa, una ‘terra di nessuno’, in cui non operano forze governative e neanche lo Stato Islamico, ma spie e informatori sicuramente in grado di organizzare piccoli ‘commando’, magari per rapimenti“.
Secondo alcune valutazioni, le due ragazze erano emotivamente coinvolte nell’opera umanitaria che stavano conducendo, ma forse hanno sottovalutato i rischi di una realtà molto complessa, che necessita di conoscenze approfondite e di esperienza condivisa.
(Fonte: AGI)