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Blitz israeliano in Giudea per catturare i killer dei tre ragazzi ebrei rapiti a giugno. Conflitto a fuoco: neutralizzati

Si tratta di Amer Abu Aisha e Marwan Qawasmeh, due militanti palestinesi, miliziani di Hamas, localizzati nella zona di Hebron. Eyal Yifrah, Gilad Shaar e Naftali Fraenkel furono sequestrati il 12 giugno mentre facevano autostop e subito uccisi. I corpi furono ritrovati il 30 giugno su indicazioni dello Shin Bet. Israele reagì e Hamas intensificò il lancio di missili su Israele, provocando la risposta con “Protective Edge” su Gaza

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Tel Aviv – Israele ha annunciato l’esito tragico di un’operazione volta alla cattura dei due jihadisti di Hamas, sospettati di essere i del rapimento e dell’uccisione dei tre ragazzi israeliani che, la scorsa estate, innescarono le tensioni sfociate nel conflitto tra Hamas e i movimenti islamisti operanti nella Striscia di Gaza e Tel Aviv.

20140805-marwan_kawasme-omar_ abu_aysha-320x204Secondo quanto reso noto dai militari israeliani, Amer Abu Aisha e Marwan Qawasme erano stati localizzati nella zona di Hebron, la principale città palestinese della Giudea (Cisgiordania, secondo la toponomastica palestinese). 

Le forze speciali di Tsahal hanno circondato la casa a due piani dove i due uomini si nascondevano, con l’intento di catturarli, ma questi hanno aperto il fuoco contro i militari di Tel Aviv, che hanno risposto al fuoco, uccidendoli. “Durante tutta l’operazione sapevamo che erano armati, hanno aperto il fuoco, noi abbiamo risposto e sono rimasti uccisi nella sparatoria“, ha affermato il portavoce militare Peter Lerner.  Tre membri della famiglia Kawasme sono stati arrestati, ha aggiunto il portavoce israeliano.

Il terrorismo non paga, non paga rapire israeliani, alla fine verranno sempre presi“, ha detto ancora Lerner insistendo sul fatto che i due palestinesi uccisi avessero legami con Hamas. “Non abbiamo dubbi sul fatto che fossero affiliati ad Hamas, lavoravano nello spirito di Hamas“, ha concluso.

Le IDF hanno postato su Twitter un messaggio eloquente: “Avevamo promesso alle famiglie che avremmo trovato gli assassini. Questa mattina li abbiamo giusto trovati“.  

Da Hamas non vi è stata ancora alcuna conferma della morte, sia perché tutta l’area è “sigillata” dalle forze armate israeliane, sia perché il Movimento Islamico di Resistenza ha sempre negato il coinvolgimento nel rapimento e nell’assassinio dei tre giovani seminaristi (disarmati) ebrei

Il 5 agosto scorso, le forze di sicurezza israeliane avevano arrestato a Gerusalemme Est Hussam Kawasme, fratello di Marwan, con l’accusa di essere il capo della cellula di Hamas coinvolta nel sequestro e nell’assassinio dei tre giovani seminaristi. L’uomo confessò di aver ricevuto i fondi per l’operazione di sequestro da Hamas, che aveva ordinato la costituzione di una cellula terrorista da adibire a sequestri e assassini in territorio israeliano. 

Eyal Yifrah, di 19 anni, Gilad Shaar, di 16 anni, e Naftali Fraenkel, di 16 anni, erano stati rapiti il 12 giugno scorso mentre stavano facendo l’autostop alle porte di un insediamento a sud di Gerusalemme. Secondo le indagini del servizio segreto interno di Israele (Shin Bet), i tre furono uccisi quasi subito nel cofano di un’auto e i loro corpi furono trovati in un campo a nord di Hebron tre settimane dopo. Il terreno era stato acquistato da Hussam Qawasme pochi settimane prima, con i fondi messi a disposizione di Hamas.

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In risposta al loro rapimento le forze di sicurezza israeliana condussero rastrellamenti in Giudea e Samaria, per individuare i colpevoli del sequestro. Il giorno successivo alla scoperta dei cadaveri, estremisti ebraici uccisero un quindicenne palestinese a Gerusalemme Est, individuati e arrestati dalla polizia israeliana dopo pochi giorni. La famiglia del giovane palestinese ricevette la visita di 400 cittadini israeliani, che vollero manifestare la partecipazione al dolore della famiglia per un assassinio che il primo ministro Netanyahu definì “barbaro”.

Lo scontro tra Hamas e Jihad Islamico e Israele si intensifico con il lancio di missili e colpi di mortaio dalla Striscia di Gaza, fino a provocare la reazione massiccia israeliana con l’operazione “Protective Edge” e l’invasione della Striscia.

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