In Primo PianoMotorsport

Verso la 24 Ore di Le Mans: in memoria di Jo Gartner

Oggi, con la prima sessione di prove libere, inizia il weekend dell’83a edizione della 24 Ore di Le Mans sul circuito de la Sarthe, in cui 29 anni fa perse la vita – nel buio della notte – il pilota austriaco che aveva corso in Formula 1 con l’Osella

20150610-jo-gartner-655x436


Le Mans – Se ne andò nel 1986 Jo Gartner. Nella notte scura e umida di Le Mans, illuminata dai fari che  squarciavano il buio e dalla quiete interrotta dal rombo dei motori. Un cedimento meccanico sul lungo rettilineo 20150610-autosprint-1986dell’Hunaudières, un punto che regalava niente ad alcuno allora e che continua a essere avaro di doni anche oggi, benché la sicurezza sia aumentata e i fari a led illuminino la notte a giorno.

Anche oggi quel rettifilo è bello e terribile, nonostante sia spezzato da due chicane per motivi di sicurezza.

Ma resta – l’Hunaudières e tutto il tracciato di Le Mans – lo scenario di una sfida tra uomo e macchina, che si ripete ogni 3 minuti e mezzo/4, a seconda della vettura che si guida. Una striscia d’asfalto non più larga di una qualsiasi statale che ogni giorno percorriamo in auto.

E in buona parte quel tracciato si può girare in auto durante l’anno, perché strada aperta al traffico e con i segni del tracciato da corsa visibili e viventi a latere, come in una realtà parallela che torna a vivere in simultanea solo nei giorni di gara.

Jo Gartner guidava per una squadra privata Porsche, il team Kremer.

A Norbert Singer, progettista della casa di Stoccarda, Jo aveva confessato il venerdì che non sentisse la macchina sul posteriore. Troppo ballerina quella 962.

Singer consigliò di dare più ala, come facevano loro nel  team ufficiale. “No, impossibile” disse Gartner, “il team Kremer non vuole perché ridurrebbe la velocità in rettilineo. Devo sistemare le cose lavorando sulle sospensioni per forza”.

Per forza, di certo Jo non ebbe il tempo di pensare a niente mentre la vettura scappava verso e oltre il rail della Ligne Droit: ma chissà se il cedimento meccanico fu provocato dal compromesso che Gartner dovette trovare nell’assetto delle sospensioni perché gli fu imposto di non lavorare sull’aerodinamica.

E a noi non resta che rendere memoria all’uomo e al pilota, caduto a Le Mans 29 anni fa.

Ciao Jo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Se hai gradito questo articolo, clicca per favoreMi piacesulla pagina Facebook di The Horsemoon Post (raggiungibile qui), dove potrai commentare e suggerirci ulteriori approfondimenti. Puoi seguirci anche su Twitter (qui) Grazie.