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Sicilia, Crocetta ‘contratta’ la buonuscita con il PD. Lucia Borsellino disvela l’impostura

Il presidente del Partito Democratico, Matteo Orfini, durissimo: “a prescindere dalla telefonata falsa, stando a quanto dice la procura, emerge un quadro inquietante di relazioni complicate e pericolose del cerchio magico del governatore”. L’ex assessore alla Sanità e figlia di un simbolo della Sicilia perbene (a parte l’antimafia) a ‘la Repubblica’ spiega le motivazioni delle dimissioni, ma il presidente della regione rilancia: l’ho difesa anche a sua insaputa. Intanto prende tempo: slitta il dibattito all’Ars

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Palermo – Lo stallo alla Regione Siciliana continua, ma i tempi si dilatano. Il presidente Crocetta – che oggi avrebbe dovuto riferire alle 16 all’Assemblea Regionale Siciliana (il Parlamento più antico d’Europa) sul caso Borsellino-Tutino – prende tempo. Ieri sera, con un colpo relativamente a sorpresa, ha comunicato al presidente dell’ARS Giovanni Ardizzone che sarà di fronte ai deputati siciliani giovedì 23 Luglio alle 12.

Prima di comparire davanti ai deputati, in un dibattito che si preannuncia infuocato, Crocetta attende di incontrare i vertici nazionali del Pd per ‘contrattare la buonuscita’, mandando al contempo al partito disponibilità a farsi da parte, ma solo dopo l’approvazione di riforme urgenti per la Sicilia, le stesse che il Parlamento siciliano e la giunta regionale (con 37 cambi di assessori in meno di tre anni: un classico delle amministrazioni Crocetta fin dall’esperienza al Comune di Gela) non sono stati in grado di attuare e approvare finora. Nel frattempo, oggi si riunirà la conferenza dei capigruppo dell’ARS.

Sulla situazione aperta dalla pubblicazione de ‘l’Espresso’ di una supposta intercettazione tra Rosario Crocetta e Matteo Tutino – in cui il medico avrebbe formulato l’auspicio che Lucia Borsellino facesse la stessa fine del padre Paolo e il presidente siciliano non avrebbe risposto a questa aberrazione – è intervenuto ieri il presidente del PD, Matteo Orfini, che da Napoli ha espresso la sua valutazione sulla crisi esplosa in seno al PD, ma non certo per l’intercettazione in sé.

“A prescindere dalla telefonata falsa, stando a quanto dice la procura, emerge un quadro inquietante di relazioni complicate e pericolose del cerchio magico del governatore“, ha detto Orfini, il quale ha ricordato come “il Pd siciliano aveva già criticato Crocetta sulle questioni che stanno emergendo” e ha assicurato che all’ordine del giorno per il partito siciliano “c’è proprio questa questione. La discussione riguarda il Pd regionale, che concorderà l’azione con Roma”.

L’intercettazione della telefonata tra Tutino e Crocetta è stata smentita dal procuratore di Palermo, che l’ha definita “inesistente” e “non agli atti”, due affermazioni che potrebbero anche essere contraddittorie, perché semplicemente potrebbe essere inserita in spezzoni di indagine ancora sottoposti a segreto istruttorio, che verrebbe violato se solo ne fosse confermato un particolare. Se ne desume che per verificare l’esistenza di questa conversazione intercettata si dovrà aspettare lo sviluppo delle indagini e dei fatti.

Nel frattempo, oggi tra Lucia Borsellino e Rosario Crocetta c’è un ‘botta-e-risposta’ virtuale per mezzo di interviste rilasciate ai due maggiori quotidiani italiani.

Borsellino, in un’intervista a ‘la Repubblica’, svela: “fin dal primo giorno ho avuto ben chiaro che nei miei confronti c’era un clima di ostilità e di diffidenza. Ho lavorato da dirigente generale, capo del dipartimento attività sanitaria, con il precedente governo. E poi nel novembre del 2012 sono diventata assessore. Ecco, sembrava che dovessi dimostrare sempre una qualche forma di lealtà a questo esecutivo. Sembrava di essere continuamente sotto esame”.  Sul rapporto con Crocetta ha aggiunto: “Sono stata leale con lui, ma non mi ha detto tutto”.

Poi però Borsellino spiega di non aver presentato le dimissioni a causa della supposta intercettazione: “No, ho cominciato a maturare questa decisione da alcuni mesi”, ha affermato, aggiungendo di non essere stata messa al corrente di quanto pubblicato. Sulle voci che la vorrebbero candidata alla presidenza della Regione, dal PD, poi risponde: “Non mi interessa. La mia esperienza politica si chiude qui“.

Per Crocetta, “quello che si sta verificando è il fatto più ignominioso della storia d’Italia. Al confronto, il caso Boffo era roba per ragazzini”. Il presidente della Regione, intervistato sempre dal quotidiano romano, rilancia e risponde con il suo stile a Borsellino. “Lucia è stata tratta in inganno da notizie fasulle, per questo ce l’ha con Tutino. Ma io Lucia l’ho sempre difesa, fino all’ultimo. L’ho sempre protetta più di quanto lei sappia. Ho protetto la Borsellino da tante cose che non sa neppure la sua famiglia, solo per non darle sofferenza”, ha detto il presidente siciliano, che continua a essere vago e a non dire da cosa avrebbe protetto Lucia Borsellino. A sua insaputa.

Al ‘Corriere della Sera’, invece, Crocetta spiega i termini della sua disponibilità a una conclusione anticipata del governo della Sicilia.  “Fatte alcune cose importanti per la Sicilia, per questa terra che rischierebbe la fine della Grecia, possiamo valutare con Parlamento e maggioranza, dentro il centrosinistra, un percorso per una chiusura anticipata della legislatura”.

Poi, sulla richiesta di dimissioni, dice “non posso dimettermi su una motivazione inesistente, su una telefonata e su una frase smentite dalla Procura”. Però, aggiunge, “non sono disponibile a subire all’infinito il martirio“.

Tuttavia, Crocetta ritiene possibile elezioni anticipate dopo le riforme più impellenti, e prevede “tempi brevi. Per poveri, Province, acqua pubblica, bilancio e sblocca-Sicilia, potrebbe bastare un mese“, assicura, immaginando un’accelerazione da dragster su temi che finora si sono trascinati nell’inerzia della politica regionale, tra una contrattazione e l’altra, tra una nomina di sottogoverno e l’altra.

Crocetta ‘contratta la buonuscita’, ma nel terrore puro c’è tutto il circo magico, di prima, seconda e terza fascia, che si sente mancare il terreno da sotto i piedi vedendo all’orizzonte la fine politica del proprio riferimento.

Intanto questa mattina i legali del presidente siciliano hanno tenuto una conferenza stampa presso il prestigioso ‘Grand Hotel et des Palmes’, annunciando che chiederanno all’editore, al direttore e ai giornalisti de ‘l’Espresso’ 10 milioni di euro di danni, mentre solo un milione di euro sarà chiesto a Pietrangelo Buttafuoco e a ‘Il Fatto Quotidiano’ e al senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia (che è insindacabile per le opinioni politiche espresse: ma questo i legali lo sanno, è solo il gioco delle parti).

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