Vettel, rapsodia ungherese in Rossa: “Merci Jules, cette victoire est pour toi”
Fantastica vittoria della Ferrari in Ungheria con Sebastian Vettel, autore di una partenza splendida. Kimi Räikkönen tradito dalla power unit. Mercedes mezzo harahiri, Kvyat podio storico, Ricciardo da antologia. Alonso quinto e Button nono, giornata di svolta. Ma tutte le dediche sono per Jules Bianchi e ci sono più nodi in gola per tutti, che sorrisi (solo che i nodi in gola non si vedono)
Budapest – Sebastian Vettel ha vinto il Gran Premio d’Ungheria per la prima volta in carriera, alla fine di una gara dominata dalla partenza, splendida per entrambi i piloti della Ferrari. Il podio è completato dai due piloti della Red Bull, con secondo posto Daniil Kvyat, primo podio in carriera, e Daniel Ricciardo terzo. Vettel raggiunge Ayrton Senna a quota 41 vittorie e porta a 233 vittorie il palmares della Ferrari nella storia della F1.
L’australiano è stato autore di una gara sempre all’attacco, nel finale addirittura fantasmagorica per il pazzesco tentativo di sorpasso ai danni di Nico Rosberg al 65° giro, quando alla prima curva Ricciardo ha allungato all’inverosimile la staccata, superando il pilota della Mercedes, che però ha cercato di resistere, con il risultato di toccare l’ala della Red Bull e forare la posteriore sinistra. Per Ricciardo un giro senza ala anteriore, per Rosberg su tre ruote. E fine di ogni sogno di vittoria.
Sotto il podio, Verstappen, che per un po’ ha anche assaporato il gusto del podio, Alonso, sempre lottatore, Hamilton, Grosjean, Rosberg, Button ed Ericsson, che ha portato un punto insperato alla Sauber.
Alla partenza, una straordinaria partenza delle due Ferrari ha portato Vettel e Räikkönen ai primi due posti, anche per qualche esitazione di Hamilton. Nellle prime sei curve succede di tutto: Rosberg va largo alla terza curva e Räikkönen non trova ostacoli a mantenere la seconda piazza difesa con i denti; poco dopo Hamilton alla chicane (Curva 6) va lungo per evitare l’impatto con il compagno di squadra, la gara per il leader della classifica pilotia è resettata in modalità ‘recupero’. E per la Mercedes è l’inizio della peggiore gara della stagione, che finirà – per la prima volta dal GP del Brasile 2013 – senza una monoposto con la Stella a Tre Punte sul podio.
Poi la gara si svolge sul doppio tema: Ferrari in testa, Rosberg in progressivo allontanamento, Hamilton in risalita. In mezzo, la strategia di Ricciardo e Kvyat, mentre Massa si è autoeliminato nel giro di formazione, ponendo la sua monoposto due metri dietro del normale e imponendo una seconda procedura di partenza e beccandosi 5” di penalità da scontare al primo pit.
La cavalcata delle due Ferrari subiva un rallentamento al 41° giro, quando Räikkönen avvertiva un calo di potenza. Due giri dopo, alla staccata della prima curva Nico Hukenberg accettava suo malgrado di fare il manichino per un estemporaneo crash test alla sua Force India, che impattava sulla fila di gomme di protezione dopo l’esplosione dell’ala anteriore.
Tuttavia, il direttore di corsa disponeva la Virtual Safety Car, procedura che congela i distacchi, ma non teneva conto che la pista fosse inondata di detriti dell’ala della Force India. Così Whiting un giro dopo faceva uscire la Safety Car, compattando il gruppo, con un inedito (almeno in F1) passaggio dalla pitlane, per consentire ai commissari di pista di pulire il tracciato.
Al restart, scintille tra Bottas e Hamilton: il primo ci rimetteva la gomma posteriore destra, il secondo l’ala anteriore; Hamilton toccava Ricchiardo, rimediando un Drive Through che scontava alla 55^ tornata, precipitando al 12° posto, fuori dai punti. Al 53° Räikkönen tentava un disperato pit stop per resettare la Mgu (la parte elettrica della power unit), ma quattro giri dopo doveva arrendersi definitivamente.
In quel momento, Rosberg – secondo dietro Vettel, che aveva mantenuto il comando della gara – in classifica mondiale aveva riagganciato e superato di un punto Hamilton. Nel frattempo le due Red Bull si erano lanciate a caccia di Rosberg. E al 64° giro l’australiano della Red Bull si inventava il sorpasso alla prima curva ai limiti della fisica, ma la manovra aveva un esisto non previsto: Rosberg resisteva e toccava l’ala anteriore della Red Bull, distruggendola e tagliando la gomma posteriore sinistra, con l’esito che sappiamo.
Ricciardo riusciva a superare Verstappen e a riprendersi il podio, ma con nel gradino più basso.
Alla fine, la McLaren con entrambi i piloti e la Sauber con Ericsson riuscivano a portare a casa punti preziosissimi, così come la Lotus con Grosjean e la Toro Rosso solo con Verstappen, mentre Sainz era costretto al ritiro.
Gara da dimenticare per Mercedes, Williams e Force India. Per il team leader del mondiale una gara che ha mostrato tutti i limiti psicologici dei due piloti, spavaldi quando sono in testa, ma in tilt di materia grigia quando devono lottare nel gruppo. Per la Williams, un po’ di sfortuna, un po’ di distrazione, il risultato è zero tagliato. Per la Force India, invece, i campanelli di allarme sull’affidabilità dei materiali sono ora troppi: costretti a rimediare per non dover piangere lacrime di coccodrillo dopo.
Per Maldonado la gara con più penalità nella sua carriera: ci pensi e ci rifletta.
E in tema di lacrime, malgrado la gara non sia stata monotona e noiosa, i momenti più belli e toccanti di questo decimo appuntamento del campionato 2015 (avremmo voluto risparmiarceli, ovviamente) sono stati due: prima dello start della gara e subito dopo.
Vedere tutti i piloti in cerchio a tributare il proprio omaggio alla memoria di Jules Bianchi è stato uno dei momenti più commoventi della storia dello sport. E alla fine, tutti sul podio (e anche dopo) hanno dedicato allo sfortunato pilota francese la gara di oggi.
“Merci Jules, cette victoire est pour toi”, ha detto nel giro di rientro il vincitore Vettel. E sul podio la stessa cosa Kvyat e Ricciardo. Perché è vero, Jules sarebbe stato nella famiglia Ferrari, se una serie di scelte imbecilli no fossero state prese in Giappone lo scorso anno.
Ed è vero che Jules Bianchi manca: e mancherà a tutti, per sempre.
Buon viaggio, ragazzo.
#CiaoJules
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FORMULA 1 PIRELLI MAGYAR NAGYDÍJ 2015 – GARA
Primati
In prova: Rubens Barrichello (2004), Ferrari F2004, 1’18’’436 a 201,076 km/h di media
In gara: Michael Schumacher (2004), Ferrari F2004, 1’19’’071 a 199,461 km/h di media
Sulla distanza: Michael Schumacher (2004), Ferrari F2004, 1h35’26’’131 a 192,798 km/h di media
DRS: Doppio settore DRS all’Hungaroring tra le Curve 14 e 1 e tra la curva 1 e 2, con un unico punto di rilevazione del distacco (Detection Point), collocato 5 metri prima della Curva 14: il primo punto di attivazione (Activation Point) è collocato 40 metri dopo la Curva 14 e il secondo 6 metri dopo la Curva 1.
Timing ufficiale
Venerdì 24 Luglio 2015
10:00 – 11:30 Prove libere 1: diretta su Sky Sport F1 (207) – diretta su RaiSport 1
14:00 – 15:30 Prove libere 2: diretta su Sky Sport F1 (207) – diretta RaiSport 2
Sabato 25 Luglio 2015
11:00 – 12:00 Prove libere 3: diretta su Sky Sport F1 (207) – diretta RaiSport 2
14:00 – 15:00 (STIMA) Qualifiche: diretta su Sky Sport F1 (207) – diretta Rai2
Domenica 26 Luglio 2015
14:00 – 16:00 (STIMA) Gara: diretta su Sky Sport F1 (207) – diretta Rai 1