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Le Tredicesime ‘pignorate’ dallo Stato

Tra tasse varie – Tasi, Imu, accise – solo il 15% della Tredicesima resterà nelle tasche degli italiani. Ma il Governo continua a parlare di calo delle tasse. Adusbef e Federconsumatori alzano la voce

Roma – Quest’anno la tredicesima verrà impiegata “per pagare gli aumenti iniziati a gennaio 2015 con le tariffe autostradali, benzina, bolli, tasse, Tasi, Imu seconda casa e accise. Con il risultato di ridurre dell’85,2% l’agognata gratifica natalizia“.

Lo hanno denunciato Adusbef e Federconsumatori che in una nota hanno commentato i dati risultati da un calcolo effettuato sui “pagamenti da effettuare entro il 31 dicembre”, rilevando che “dei 34,4 miliardi di euro di tredicesime” pagate quest’anno “resterà nelle tasche di lavoratori e pensionati il 14,8%, ossia 5,2 miliardi, con un aumento di 2 miliardi sul 2014″.

Peraltro, si rileva, il pagamento stesso delle tredicesime resta a rischio nel 25% delle imprese.

Adusbef e Federconsumatori prevedono però per il 2016 un lieve miglioramento sul fronte Rc auto, con una spesa che passerà da 5,5 a 5,2 miliardi di euro (-5,4%); e anche sul fronte del canone Rai, -2 miliardi di spesa che, ricordano però, “non verrà pagata in unica soluzione, ma rateizzata nelle bollette elettriche, con la presunzione che ogni utente che abbia la luce in casa, debba per forza avere una Tv“. Tipico esempio di capacità di governo al tempo dei ‘renzidi’, aggiungiamo noi.

Un miglioramento viene rilevato anche sul fronte dei mutui per l’acquisto dell’acquisto della prima casa, grazie alla diminuzione dei tassi di interesse che porterà un risparmio del 4,9%, con un consequenziale ribasso degli oneri da 4,1 a 3,9 miliardi di euro.

Al contrario, resteranno invariati i costi delle tasse di proprietà di auto e moto (4,1 mld) e delle bollette delle utenze (7,6 mld), mentre aumentano le spese per l’Imu (+16,7%, da 1,8 a 2,0 mld) e la seconda rata della Tasi, (+10%, da 2 a 2,2 mld). Alla fine, per scopi “più piacevoli” resteranno 5,2 miliardi di euro, il 14,8%.

Per questo motivo, Adusbef e Federconsumatori “invitano il governo ad un ravvedimento operoso, sia nella riduzione del debito pubblico (un macigno di 2.191 miliardi di euro a settembre 2015) con la vendita di oro e riserve di Bankitalia, che nei tagli a sperperi e sprechi pubblici, destinando tali risparmi a ricerca ed innovazione”.

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